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Calcolo della pensione e Covid: età e contributi

Previdenza Redazione DottNet | 16/04/2021 11:56

Per l'Inps la speranza di vita resta invariata. Quota cento per tutto il 2021. Enpam: pensione anticipata con quota 97

L’Istat, nel Rapporto sul Benessere equo e sostenibile, ha certificato che, per effetto del Covid, è drasticamente diminuita in Italia la speranza di vita alla nascita. In 12 mesi gli Italiani hanno perso circa 0.9 anni di vita a livello nazionale (da 83,2 a 82,3 anni), con punte fino a 2,4 anni di meno in Lombardia. Di fatto sono stati annullati i guadagni in termini di anni di vita attesi maturati nel decennio 2010-2019. Ovviamente l’Istat sottolinea che questo arretramento non si è ancora concluso, e richiederà del tempo per essere pienamente recuperato.

Si tratta di un dato purtroppo drammaticamente sotto gli occhi di tutti, e si attende la sua certificazione relativa al biennio 2020-2021 per vedere quali saranno gli effetti sull’età pensionabile e sui parametri di calcolo dei trattamenti di quiescenza, che saranno applicati dal 2023. Sappiamo bene che in Italia l’età pensionabile è attualmente fissata a 67 anni e, nonostante gli effetti della pandemia, l’Inps, nei suoi recenti messaggi, continua ad aggiornare al rialzo tale soglia, forse confidando in un celere recupero dell’aspettativa di vita.

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Per le pensioni di vecchiaia, l’Inps prevede un aumento del requisito dal 2023 a 67 anni e 3 mesi di età anagrafica, per passare dal 2025 a 67 anni e 6 mesi e dal 2027 a 67 anni e 8 mesi. Riguardo alla pensione anticipata, essa rimane invariata per legge fino al 2026 a 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, numeri ai quali vanno aggiunti ulteriori tre mesi della cosiddetta "finestra di uscita" (quindi 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne).

Ancora in piedi per tutti, fino alla fine dell’anno, la cosiddetta "Quota 100". Consente di andare in pensione raggiungendo la cifra 100 con la somma di età anagrafica (almeno 62 anni) e di anzianità contributiva (almeno 38 anni), con una finestra di 3 mesi per i privati e di 6 per i dipendenti pubblici. Entro il 31 dicembre 2021 occorre maturare entrambi i requisiti necessari: la domanda di pensione potrà poi essere presentata anche successivamente. Secondo le stime Inps, dal 2027 per la pensione anticipata ordinaria saranno necessari 43 anni di contributi (più finestra) per gli uomini e 42 per le donne; dal 2029 il requisito aumenterà di due mesi, e così via nei bienni successivi.

E’ comunque sempre il caso di ricordare che questi requisiti, per i medici e gli odontoiatri, si applicano soltanto ai dipendenti. Per i convenzionati (medici di famiglia e specialisti ambulatoriali), infatti, l’Enpam ha una vantaggiosa pensione anticipata a Quota 97 (62 anni di età e 35 di contributi), senza alcuna finestra di uscita, mentre la pensione di vecchiaia si consegue comunque a 68 anni di età. Non è per ora previsto nessun aumento di queste soglie.

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